Noto. La Cattedrale ritrovata

La cattedrale di Noto

La Cattedrale di San Nicolò, gioiello del tardo barocco siciliano, riapre a 11 anni dal crollo, dopo un restauro considerato eccezionale per il metodo, i risultati e i tempi di consegna. Un patrimonio restituito ai siciliani e all’intera umanità.



­La cattedrale di Noto, navata centraleSu Noto in questi ultimi anni si sono accesi i riflettori: un’attenzione straordinaria ha avvolto la città e da tutto il mondo­ si sono seguite con interesse e apprensione le tappe del restauro della Cattedrale. Nel 2002 questa tensione si era materializzata in un evento storico: quando era ancora un cantiere a cielo aperto, la Cattedrale finiva sulla lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO, insieme all’intera città di Noto e ad altri sette centri storici della Sicilia Orientale.

La rinascita della cattedrale di Noto
a cura di R. La Rosa



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Un classico del barocco

­La cattedrale di Noto, portone bronzeo centraleIl 18 giugno 2007 l’inaugurazione ufficiale con le massime autorità italiane civili e religiose, ha segnato la rinascita della Cattedrale e dell’intera città. Ma di rinascite, Noto, ne ha avute più di una, come quella a cui fu costretta l’antica Noto medievale, ­rasa al suolo dal terremoto del 1693. Allora gli abitanti e il governo spagnolo ne decisero la rifondazione su un nuovo sito, spostandola verso il mare e richiamando i migliori progettisti locali dell’epoca – tra cui il celebre Rosario Gagliardi - per ricostruire una città aperta, razionale e simmetrica, dove l’esuberanza del barocco veniva contenuta nelle forme armoniche di un gusto classico e rinascimentale. A Noto non troverete il barocco ricco e sfarzoso di Lecce o di Catania, o il grottesco che anima in alcuni dettagli gli edifici settecenteschi del ragusano, ma una sintesi classico-barocca di grande fascino e originalità, di cui la cattedrale di San Nicolò è il simbolo.

La Cattedrale ferita ­

La cattedrale di Noto, i lavori di ricostruzione sulla cupolaDispiegato su una trama ortogonale di vie, l’asseto urbanistico di Noto ha il suo fulcro proprio nell’area dove sorge la Cattedrale. Una Cattedrale gravemente ferita quando, nella notte del 13 marzo 1996, crollarono cupola, tetto e le navate centrale e destra: ci vollero tre anni solo per sgomberare le macerie. Il crollo avvenne a sei anni dal terremonto di S. Lucia (13 dicembre 1990) e già in passato la chiesa aveva subito danni a causa di movimenti tellurici. Basti pensare che la cupola crollata – e che è stata ricostruita quasi alla lettera -  non era quella originale ma a sua volta già una ricostruzione, progettata dall’ingegnere netino Luigi Cassone e realizzata tra 1854 e 1861.



Un restauro che guarda al futuro


La cattedrale di NotoL’intervento di restauro, guidato dalla coppia di progettisti De Benedictis – Tringali, è stato di tipo migliorativo: ha permesso, cioè, di recuperare l’aspetto originale della chiesa e allo stesso tempo di correggere le carenze della vecchia struttura, dotando il nuovo edificio anche di tutta una serie di accorgimenti in chiave antisismica. Un duplice lavoro quindi: da un lato la ricerca d’archivio e un percorso di riappropiazione quasi filologica delle tecniche settecentesche di costruzione; dall’altro la riprogettazione con i mezzi tecnici e i materiali moderni: un esempio su tutti è la creazione di un telaio al titanio con cui è stata rinforzata la lanterna, finalizzata a sostenere l’equilibrio globale della cupola. La cattedrale di Noto